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Il Giornale di Latina. Morta per il sangue infetto, risarcimento da un milione e 100mila euro

11 gennaio 2017. Non basta il risarcimento per una 73enne morta a causa di trasfusioni con sangue infetto. Un milione è poco per una vita.

l legale dei familiari della vittima annuncia la possibilità di presentare appello

n milione e centomila euro circa sono pochi per una vita. Lo sostiene l’avvocato Renato Mattarelli il quale ha patrocinato la famiglia di una donna di Latina deceduta nel 2001 per alcune trasfusioni di sangue ricevute nel lontano 1968. Questa la somma liquidata, tra capitale e interessi, dal Tribunale di Roma che ha condannato il ministero della Salute a risarcire gli eredi di una 73enne pontina, venuta a mancare nel mese di agosto di ormai 16 anni, a causa del sangue infetto dal virus dell’epatite C. La cifra di oltre un milione di euro, di cui 260mila sono soltanto gli interessi maturati dalla data della morte della donna, non soddisfa comunque la più ampia richiesta di due milioni avanzata dall’avvocato Mattarelli, il quale annuncia che sta già  valutando la possibilità di presentare appello per la parte del risarcimento che ritiene mancante: il danno patito in vita dalla 73enne del capoluogo la quale, secondo la sentenza del Tribunale di Latina, sarebbe soltanto 44mila euro visto che la malattia epatica non si sarebbe mai stabilizzata, ma avrebbe portato progressivamente alla morte la paziente pontina. Tale tesi, tuttavia, sarebbe sbagliata secondo l’avvocato Mattarelli, “poiché secondo questo ragionamento ““ sostiene il legale – il medico che uccide un paziente pagherebbe molto di meno in caso il danneggiato restasse in vita”. La somma verrà liquidata ai figli della 73enne i quali nel2011 hanno già  ottenuto un primo indennizzo di 77mila e 500 euro, previsto dalla legge numero 210/1992, dedicata ai soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto, dopo un’altra lunga causa incardinata al Tribunale di Latina e proseguita poi in Corte d’appello dall’avvocato Renato Mattarelli. Quest’ultimo poi ha intrapreso, nel 2012, l’ulteriore causa per il risarcimento integrale dei danni, terminata con la sentenza del Tribunale di Roma del 10 gennaio 2016.

“La 73enne di Latina ““ spiega il legale Mattarelli – era deceduta per una cirrosi da epatite C contratta nel marzo 1968 dopo la somministrazione di diverse sacche di sangue presso la casa di cura Villa Fiorita di Capua. È stata una battaglia giudiziaria difficilissima ““ aggiunge l’avvocato – visto che la cartella clinica del ricovero del “˜68, indicante le trasfusioni, non è mai stata rinvenuta a causa di un allagamento dell’archivio della clinica e che le schede dei donatori di sangue, necessarie per la tracciabilità della provenienza del plasma, sono andate smarrite”. La ricostruzione delle trasfusioni, infatti, si è resa possibile soltanto attraverso prove indirette, presunzioni legali e testimonianze.

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