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Indennizzo da sangue infetto a donna 80enne

Indennizzo da sangue infetto a donna 80enne – TG24

Dopo 39 anni dalle trasfusioni di sangue infetto per una donna di 80 di Anagni (FR) arriva l’indennizzo. La donna, ricoverata presso il Policlinico Umberto I di Roma nel novembre 1973, era stata trasfusa con 4 sacche di sangue infetto da epatite C e finalmente riceverà un assegno mensile di circa 750 euro oltre gli arretrati. E’ stato infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Renato Mattarelli nel giugno 2003 all’Asl di Frosinone. Secondo la Commissione Medica Ospedaliera di Roma, che ha esaminato i documenti, non vi sono dubbi: c’è nesso causa fra le trasfusioni e la grave patologia infettiva.

In effetti, in mancanza di altri fattori di rischio di contagio da dialisi, cure dentarie, body piercing, scambio di siringhe per droghe, vita sessuale promiscua, alla donna di Anagni non poteva non essere riconosciuto l’indennizzo previsto dalla legge n. 210/1992 (indennizzi in favore di soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie e da trasfusioni di sangue).

A questo punto non vi sono ostacoli per intraprendere un ulteriore causa giudiziaria contro il Ministero della Salute per non aver controllato e vigilato nel trentennio ricompreso fra metà degli anni’60 e anni ’90 sulle donazioni e trasfusioni di sangue che, come nel caso di quelle somministrate nel 1973 alla donna di Anagni, hanno distrutto la vita di centinaia di migliaia di persone uccidendone migliaia con infezioni come l’epatite B, C, HIV e Aids oltre a malattie di nuova generazione come il morbo di Jacob (mucca pazza) e nuove infezione ad oggi sconosciute e silenti i cui effetti si possono ripercuotere fra anni.

E’ quello che è accaduto alla donna di Anagni che per quasi 40 anni ha convissuto con il virus dell’epatite C senza accorgersene fino a quando la malattia, rimasta silente, ha iniziato a manifestarsi come un’eruzione di vulcano apparentemente spento.

Oggi a distanza di 40 anni la donna riesce a capire il perchè di quella stanchezza e disturbi che l’hanno accompagnata per oltre metà della sua vita. Con una preoccupazione su tutte: avrà contagiato il marito, i figli?

 

Dopo 39 anni dalle trasfusioni di sangue infetto per una donna di 80 di Anagni arriva l’indennizzo. – Teleuniverso

Era il 1973 quando la donna, ricoverata presso il Policlinico Umberto I di Roma, era stata trasfusa con 4 sacche di sangue infetto da epatite C. Dopo praticamente 40 anni, arriva il risarcimento: un assegno mensile di circa 750 euro oltre agli arretrati.

E’ stato infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Renato Mattarelli di Latina nel giugno 2003 all’Asl di Frosinone.

Secondo la Commissione Medica Ospedaliera di Roma, che ha esaminato i documenti, c’è nesso fra le trasfusioni e la grave patologia infettiva.

Ora però, fa sapere l’avvocato, non ci sono ostacoli per intraprendere un’ulteriore causa giudiziaria contro il Ministero della Salute per non aver controllato e vigilato nel trentennio compreso tra gli anni “˜60 e “˜90 sulle donazioni e trasfusioni di sangue che, come nel caso della donna di Anagni, hanno distrutto la vita di centinaia di migliaia di persone.

E’ quello che è accaduto all’80enne ciociara che per quasi 40 anni ha convissuto con il virus dell’epatite C senza accorgersene fino a quando la malattia ha iniziato a manifestarsi come un’eruzione di vulcano apparentemente spento.

Oggi a distanza di 40 anni la donna riesce a capire il perchè di quella stanchezza e disturbi che l’hanno accompagnata per oltre metà della sua vita.

 

Trasfusa con sangue infetto 39 anni fa, oggi il risarcimento – Il Giornale Nuovo

Sangue infetto: dopo 39 anni arriva il risarcimento per una donna di Anagni, oggi 80enne. E’ stato infatti accolto il ricorso presentato nel giugno 2003 all’Asl di Frosinone dal suo legale.

La donna, ricoverata presso il Policlinico Umberto I di Roma nel novembre 1973, era stata trasfusa con 4 sacche di sangue infetto da epatite C. L’anziana riceverà un assegno mensile di circa 750 euro insieme agli arretrati.

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