Roma, 20 novembre 2020
Sangue infetto negli ospedali pontini, risarcimento milionario. Dopo quasi cinquant’anni di traversie è arrivato un pronunciamento della Corte d’Appello di Roma che garantisce un risarcimento danni di 2milioni e 700mila ai 6 pontini.
Gli interessati risiedono nei territori fra Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia che sono stati infettati da emotrasfusioni.
Quando sei persone residenti in varie località pontine sono infettati da emotrasfusioni contaminate dal virus dell’epatite B e C. Durante ricoveri presso gli ospedali di Cori, Latina, Formia e un ospedale del nord.
La vicenda umana che ha legato queste persone, seppure sconosciute una all’altra, si è trasformata poi in vicenda giudiziaria grazie all’intervento dell’avvocato Renato Mattarelli. Che assiste una donna e quattro uomini, uno dei quali deceduto di recente e per il quale sono subentrati gli eredi.
Attraverso accordi transattivi con una riduzione parziale del credito per complessivi 2milioni e 700mila, di cui 800mila pagati nella prima settimana di novembre.
Le parole dell’avvocato Mattarelli
“E’ una scelta difficile ““ ha commentato l’avvocato a ilfaroonline““ quella di consigliare ai miei assistiti di accettare un pagamento ridotto del 5/8 per cento, ma anche l’unica possibile.”
“Considerando i tempi biblici con cui lo Stato provvede spontaneamente al pagamento delle sentenze di condanna del Ministero della Salute per danni da trasfusioni di sangue infetto”¦”.
La storia del sangue infetto
La storia dei 6 pontini, danneggiati da virus patogeni, prevalentemente dall’HCV responsabile dell’epatite C .”E’ maturata, fra gli altri, a distanza di decenni dagli anni ’70 e “˜80 e in ospedali di fatto ormai dismessi come quello di Cori e Sezze.”
“Questo ha creato notevoli difficoltà ““ ha ribadito il legale ““ nella ricerca processuale delle schede trasfusionali. E delle stesse cartelle cliniche necessarie per la verifica della genuinità o meno del sangue trasfuso.”