Latina, 7 agosto 2017
Un risarcimento da 140 mila euro: tanto andrà ad una donna di 45 anni di Latina che subì un trasfusione di sangue infetto in un ospedale del Veneto nel 1972 subito dopo la nascita. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Roma dopo la causa intentata contro il Ministero della Salute. La donna, assistita dall’avvocato Renato Mattarelli, solo 10 anni fa, all’eta di 35 aveva scoperto di essere stata contagiata dall’epatite C.
Subito dopo è caduta in una grave depressione per l’impossibilità di accettare la malattia, nel pieno della vita. La sentenza del giudice Carmen Bifano, infatti valorizza principalmente il danno psichico alla vita di relazione (patito dalla giovane) piuttosto che il danno fisico epatico. Sono stati evidentemente riconosciuti i disagi patiti in seguito alla malattia, che costringe a cambiare tutte le abitudini igieniche e alimentari, e che stravolge anche il rapporto con le persone e con il partner. Il timore è quello di contagiare gli altri, ma molto spesso affiora la paura di non sentirsi tollerati.