Latina, 20 novembre 2020
2milioni e 700mila per 6 pontini fra Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia.
Un risultato che arriva dopo ben 266 anni di ritardi, complessivi, prima di ottenere il risarcimento.
Un risultato importante per persone che hanno visto la propria vita stravolta per un errore. Che erano arrivati in ospedale ed avevano l’unica “colpa” di necessitare di sangue per un intervento chirurgico,o per effettuare trasfusioni costanti per specifiche patologie.
Tra novembre 2020-gennaio 2021, una donna e 4 uomini in vita e uno deceduto (o meglio i suoi eredi) sono stati e saranno pagati dallo Stato italiano condannato dal tribunale e dalla corte di appello di Roma a risarcimenti per la cosiddetta “Epidemia silenziosa del sangue infetto”.
Tra il 1972 e il 1982 i sei pontini sono stati infettati da emotrasfusioni contaminate dal virus dell’epatite B e C durante ricoveri presso gli ospedali di Cori, Latina, Formia e un ospedale del nord.
Una tragedia umana, sociale e sanitaria pontina che unisce fra loro persone che non si sono mai conosciute ne’ incontrate nel decennio dei loro ricoveri degli anni “˜72 e “˜82, ricompreso a sua volta nel trentennio più drammatico della sanità italiana (metà degli anni “˜60 ““ “˜90).
L’avvocato Renato Mattarelli che assiste i sei pontini e in un caso gli eredi di uno di loro (deceduto recentemente), ha concluso con il Ministero della Salute, condannato a risarcimenti per circa 3milioni, accordi transattivi con una riduzione parziale del credito per complessivi 2milioni e 700mila, di cui 800mila pagati nella prima settimana di novembre.
“”¦E’ stata una scelta difficile quella di consigliare ai propri assistiti di accettare un pagamento ridotto del 5-8 % ““ ha commentato l’avvocato Mattarelli ““ ma anche l’unica praticabile considerando i tempi biblici con cui lo Stato provvede spontaneamente al pagamento delle sentenze di condanna del Ministero della Salute per danni da trasfusioni di sangue infetto”.
La tragedia dei 6 pontini, danneggiati irreversibilmente da virus patogeni(prevalentemente dall’HCV responsabile dell’epatite C) è maturata, fra gli altri, a distanza di decenni dagli anni “˜70-“˜80 e in ospedali di fatto dismessi come quello di Cori e Sezze.
Questo ha creato notevoli difficoltà nella ricerca processuale delle schede trasfusionali e delle stesse cartelle cliniche necessarie per la verifica della genuinità o meno del sangue trasfuso.
Purtroppo quella dei 6 pontini è solo una piccola parte delle decine di migliaia di danneggiati in Italia da trasfusioni di sangue infetto nel periodo ricompreso fra metà degli anni “˜60-“˜90.
Sono infatti centinaia le cause di risarcimento promosse dall’avvocato Mattarelli attualmentein corso in Italia o concluse con una sentenza di condanna dello Stato a risarcimenti per contagi e decessi post-trasfusionali.
Molte di queste risguardano la responsabilità del Ministero della Salute per non aver vigilato nelle fasi della raccolta, conservazione e somministrazione di sangue per uso terapeutico degli ospedali di Latina e provincia.