Latina, 27 ottobre 2017.
LA CORTE D’APPELLO CONDANNA IL MINISTERO
Donatori infetti hanno continuato a donare al Goretti: risarcito 47enne pontino.
Sembra non finire mai la sequenza di contagi da sangue infetto in terra pontina. Ora è il caso di un 47 anni di Sermoneta che venne trasfuso all’ospedale civile di Latina nel 1988 e che solo nel 2000 aveva scoperto incidentalmente di aver contratto l’epatite C.
Tramite l’avvocato Renato Mattarelli aveva iniziato nel 2009 la causa in tribunale poi terminata nel 2010 con la dichiarazione della prescrizione e per cui era stato proposto l’appello.
Oggi finalmente dopo una lunga battaglia, a 30 anni dalle trasfusioni, il 17enne che nel frattempo è diventato un uomo di 47 anni, ha ottenuto giustizia dalla Corte di Appello di Roma con la sentenza n. 6725/2017 ha rovesciato la quella del Tribunale di Roma.
Secondo la Corte il tribunale «era incorso però in un errore materiale nell’individuare» il termine da cui iniziavano a decorrere i 5 anni di prescrizione per iniziare la causa al Ministero della Salute.
È stato cosi rovesciata la tesi dell’Avvocato dello Stato secondo cui la prescrizione inizierebbe a decorre dal giorno delle trasfusioni (nel caso nel 1988) o quanto meno dal giorno in cui l’uomo di Sermoneta aveva scoperto nel 2000 di essere infetto dal virus HCV dell’epatite C.
Accogliendo la tesi dell’avvocato Mattarelli, la Corte d’appello di Roma ha invece affermato che, per iniziare a decorrere la prescrizione, non è sufficiente che il paziente sappia di aver contratto un virus ma è necessario che egli sappia anche che quell’infezione dipenda proprio da quelle trasfusioni di sangue e che il contagio da sangue infetto dipenda dalla colpa di chi ha raccolto e somministrato il sangue e non si tratti quindi di una tragica fatalità .
Il legale dell’uomo di Sermoneta è riuscito a dimostrare che qualcosa nei controlli non deve aver funzionato bene e per questo la Corte di Appello ha condannato il Ministero della Salute per non aver controllato e vigilato sulle donazioni/trasfusioni somministrate all’allora 17enne.
Resta ora da capire perchè (se anche solo successivamente) i 2 dei donatori sono risultati positivi o comunque entrati in contatto con il virus dell’epatite C, tanto da essere stati “esclusi definitivamente dal circuito di donazione del sangue”, l’uomo di Sermoneta non sia stato richiamato ai controlli virali visto che risulta chiaramente che gli venne trasfuso sangue proveniente da donatori infetti che sembra abbiano donato sangue per anni prima di essere esclusi. “Probabilmente ““ spiega l’avvocato Mattarelli ““ ci sono in giro altri trasfusi contagiati da questi 2 donatori”.