Capua. 11 gennaio 2017.
Nuovo risarcimento milionario per morte da sangue infetto, con trasfusioni risalenti addirittura al 1968. La donna di Latina che era stata trasfusa alla casa di cura «Villa Fiorita» di Capua – è morta nel 2001 e il Tribunale di Roma ha condannato ieri il Ministero della salute a risarcire gli eredi, tutti residenti nel capoluogo pontino, con 1,1 milioni.
L’avvocato Renato Mattarelli aveva già fatto ottenere agli stessi eredi – nel 2011 un primo indennizzo di 77.500 euro previsto dalla legge 210/1992 (in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto) dopo una lunga causa a Latina, poi proseguita in Corte di Appello. L’indennizzo è un riconoscimento mensile che nel caso della donna, morta a 73 anni per una cirrosi epatica da epatite C, era finito in minima parte ai figli. Per questo era stata intentata la causa per il risarcimento del danno conclusa con la sentenza notificata ieri.
La donna era risultata infetta dopo la somministrazione di diverse sacche di sangue presso la casa di cura «Villa Fiorita» di Capua, nel marzo del 1968, a causa di un ulcera e a seguito di un intervento chirurgico. «Ãˆ stata una battaglia giudiziaria difficilissima – dice Mattarelli – visto che la cartella clinica del ricovero del 1968, indicante le trasfusioni, non è mai stata rinvenuta a causa di un allagamento dell’archivio della clinica e che le schede dei donatori di sangue, necessarie per la tracciabilità della provenienza del sangue, sono andate smarrite. È stato solo attraverso prove indirette e presunzioni legali oltre che a testimonianze, che è stato possibile ricostruire gli eventi trasfusionali di quasi 50 anni fa».
Una sentenza, quella di ieri, che comunque sarà appellata dal legale che non ritiene congruo il risarcimento in quanto il danno patito in vita dalla donna è stato valutato solo in minima parte.