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Morta nel 2008 per una cirrosi epatica. Gli eredi saranno risarciti di un milione di euro.

Era morta nel 2008 per una cirrosi epatica che poi era degenerata in un tumore al fegato. Gli eredi di una donna di Sezze saranno risarciti di un milione e centomila euro. – Latina Oggi

Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Roma Laura Scalia che ha accertato che alcune trasfusioni di sangue somministrate alla donna all’ospedale di Sezze nel1980 sono state la prima causa di una infezione da virus dell’epatite C poi della cirrosi epatica ed infine del tumore al fegato. La donna aveva 40 anni quando le furono praticate le trasfusioni e aveva 60 anni quando ha scoperto di avere l’epatite C.

Poi per sei anni ha combattuto con un virus che alla fine l’ha uccisa. In aula è stata accolta la ricostruzione tecnico-giuridica dell’avvocato Renato Mattarelli che assiste i familiari della donna e che ha ripercorso tutta la vicenda dello scandalo del sangue infetto e che portò in carcere anche Duilio Poggiolini e l’ex ministro della sanità  Francesco Di Lorenzo.

Il Tribunale ha condannato il ministero per non aver vigilato sulla raccolta, lavorazione e somministrazione di sangue da parte dell’ospedale di Sezze alla donna. L’avvocato Mattarelli aveva chiesto una condanna per circa due milioni di euro. «Stiamo verificando – osserva l’avvocato Mattarelli – eventuali errori di calcolo nell’applicazione dei criteri di liquidazione del danno da parte del Tribunale». Il legale della donna sta valutando gli eventuali estremi di un appello per ottenere una somma ulteriore. «Quello che è certo è che qualunque somma non potrà mai risarcire la perdita di una persona cara morta per la negligenza e l’imprudenza di chi le ha somministrato il sangue infetto», ha detto legale.

 

Sangue infetto, ministero condannato a maxi risarcimento per una donna di Sezze Scalo – PV Sezze

Sei lunghi anni di agonia e poi la morte per una cirrosi epatica e un tumore al fegato. Tutta colpa di una micidiale trasfusione di sangue infetto che a una donna di Sezze, appena 40enne quando ci furono le trasfusioni e 60enne quando scoprì il dramma, aveva provocato l’epatite C.
I famigliari avevano intrapreso le vie legali per ottenere giustizia per questa vicenda assurda e scandalosa.
Hanno dovuto attendere del tempo, ma adesso la Seconda Sezione del tribunale di Roma ha riconosciuto ai familiari della donna un risarcimento di 1 milione e 100mila euro. I giudici hanno condannato il Ministero della Salute che non avrebbe vigilato sulla raccolta, lavorazione e somministrazione di sangue da parte dell’ospedale di Sezze.

 

Trasfusione letale, maxi risarcimento – Geo Notizie

SEZZE – Un milione 100mila euro è il risarcimento riconosciuto agli eredi di una donna di Sezze Scalo uccisa da un’infezione contratta dopo lacune trasfusioni di sangue. La sentenza n. 16604/2013 della 2^ Sezione del tribunale di Roma, Giudice Dott. ssa Laura Scalia è stata notificata oggi (12.09.13) all’avvocato Renato Mattarelli che ha assistito i familiari.

Il Tribunale ha accertato che alcune trasfusioni di sangue, somministrate alla donna presso l’Ospedale di Sezze nel 1980, sono state la causa di una infezione da virus dell’epatite C, della conseguente cirrosi epatica ed infine del tumore al fegato che ha portato alla morte la paziente. La sfortunata signora era giovane, aveva poco più di 40 anni, quando le vennero praticate le trasfusioni e 60 anni quando ha scoperto di avere l’epatite C. Da lì per sei lunghi anni ha combattuto contro la malattia che alla fine l’ha uccisa.

Il Tribunale ha condannato il Ministero della Salute per non aver vigilato sulla raccolta, lavorazione e somministrazione di sangue, da parte dell’Ospedale di Sezze.

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