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Morti dopo le trasfusioni di sangue avviate pratiche per il risarcimento.

I familiari di un uomo e una donna deceduti anni fa per patologie al fegato avevano subito trasfusioni non controllate all’ospedale “Goretti”.

LATINA – Sono morti ormai da tempo, ma di recente i familiari hanno appreso di trasfusioni avvenute all’ospedale “Goretti” negli anni “˜70. Per questo i familiari hanno avviato le pratiche per il risarcimento. E’ la storia, l’ennesima in questo settore, di un uomo e una donna di Latina morti rispettivamente nell’86 e nel “˜97. Entrambi ebbero trasfusioni non controllate nell’ospedale di Latina. Gli gli eredi hanno quindi chiesto l’assegno una tantum previsto dalla legge 210/1992 per deceduti da sangue infetto. I medici legali hanno accerato il nesso di causalità fra le trasfusioni e il decesso. In uno dei casi, però, l’assegno non è stato corrisposto “per intervenuta prescrizione”.

Da qui l’avvio di una richiesta di risarcimento attraverso il tribunale di Latina, affidata all’avvocato Renato Mattarelli che è uno specialista in materia. “Sussistono tutti i requisiti di legge per dare agli eredi il dovuto indennizzo – spiega il legale – in quanto non è ammissibile che il diritto sia irrimediabilmente compromesso dal trascorrere del tempo se solo recentemente gli eredi sono venuti a conoscenza che al loro congiunto”. Per entrambi i casi, inoltre, l’avvocato citerà in giudizio al Tribunale di Roma, il ministero della Salute “per l’omessa vigilanza nella raccolta e somministrazione di sangue per uso terapeutico all’epoca dei fatti”.

Il Messaggero

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