Hanno tentato una conciliazione, ma la Asl non si è presentata e adesso gli eredi di Bruno Semenzato – un uomo di Fondi morto nel 2003 a 54 anni – procederanno con la richiesta di risarcimento del danno.
L’azienda “non si è presentata al tavolo del mediatore perchè – dice in una sua nota scritta di un rigo e mezzo ““ non si ravviserebbero responsabilità sanitarie”. A riferirlo è l’avvocato Renato Mattarelli che assiste i familiari dell’uomo. Questo nonostante la Cassazione abbia stabilito il contrario affermando “la responsabilità dei sanitari del pronto soccorso di Fondi per il decesso del noto uomo politico”. Semenzato era una persona conosciuta e impegnata nel tessuto della comunità fondana.

Quel giorno si presentò al pronto soccorso ma venne rimandato a casa “eppure manifestava tutti i sintomi di un infarto che da li a poche ore lo avrebbe ucciso, mentre i sanitari del San Giovanni di Dio assegnavano un codice di accesso triage verde“. Quello meno grave. Al tempo stesso la diagnosi, come ricorda l’avvocato, era di “dolore toracico intermittente da lunedì scorso”. Nella notte tra il 25 e il 26 aprile l’uomo giungeva di nuovo al pronto soccorso ormai in fin di vita.
“Le omissioni sanitarie accertate nel fascicolo e nelle sentenze del procedimento penale rendono perplesso anche un non esperto di medicina: l’infarto era più che evidentemente in corso e il paziente poteva essere salvato”. Invece in un’ora e mezza venne rimandato a casa. “Ma la questione tempo è più grave oggi poiché c’è da chiedersi quanto c’è voluto all’Asl di Latina per scrivere una nota di letterali 2 righe con cui dichiara di non volersi presentare alla mediazione per mancanza di responsabilità ?” Inevitabile, a questo punto la notificazione dell’atto di citazione che l’avvocato invierà e che un incontro fra gli eredi Semenzato e la Asl di Latina avrebbe potuto contenere.
Il Messaggero
Notizia riportata anche su lunanotizie.it , fondinotizie.net e Latina Editoriale Oggi
1 Comment
Comments are closed.