10 gennaio 2017. L’avvocato Mattarelli: “Pochi per una vita”. La signora contrasse l’epatite C e poi la cirrosi con una trasfusione.
E’ morta nel 2001 a causa dell’infezione contratta con trasfusioni fatte nel 1968, i suoi familiari avranno un risarcimento di un milione e centomila euro. “Pochi per una vita”, è il commento dell’avvocato Renato Mattarelli che da anni si occupa di cause intentate da familiari di pazienti morti per sangue infetto.
La sentenza n.216 è stata emessa oggi dal Tribunale di Roma che ha condannato il Ministero della Salute a risarcire gli eredi di una donna di Latina deceduta nell’agosto 2001 all’età di 73 anni per le conseguenze del virus dell’epatite C contratto attraverso la trasfusione di diverse sacche di sangue non controllato. La donna si era infatti ammalata di cirrosi epatica. La somma liquidata a titolo di risarcimento integrale si aggiunge al primo indennizzo di 77 mila e 500 euro previsto dalla legge n.210/1992 in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto
“È stata una battaglia giudiziaria difficilissima visto che la cartella clinica del ricovero del ’68, indicante le trasfusioni, non è mai stata rinvenuta a causa di un allagamento dell’archivio della clinica e che le schede dei donatori di sangue, necessarie per la tracciabilità della provenienza del sangue, sono andate smarrite”, sottolinea l’avvocato Mattarelli che ha portato in giudizio prove indirette, presunzioni legali e testimonianze. “La sentenza di circa un milione e 100 mila euro (di cui 260 mila sono interessi maturati dalla data della morte della donna dell’agosto 2001) ““ aggiunge il legale ““ non soddisfa comunque la nostra più ampia richiesta di 2 milioni. decideremo se fare appello per la parte mancante”.