AVEVA contratto una grave forma di epatite C a seguito di una trasfusione di sangue infetto avvenuta nel 1972.
Ieri la sentenza del Tribunale di Latina: il giudice Maria Vittoria Valente ha condannato il ministero della Salute a risarcire un uomo di 66 anni. Il paziente aveva scoperto di aver contratto il virus nel 1996 e non era riuscito a spiegarsi il motivo di quella infezione.
Solo a seguito dello scandalo del sangue infetto che aveva coinvolto un funzionario del ministero della Sanità (Duilio Poggiolini), il ministero Di Lorenzo e il gruppo farmaceutico Marcucci, il 66enne di Latina si è ricordato che anni prima era stato sottoposto a diverse trasfusioni di sangue. Da questo momento in poi ha avuto inizio un lungo iter amministrativo e il paziente si è rivolto ad un legale per dare il via alla richiesta di indennizzo nel 2001in base alle disposizioni della legge 210 del 1992 che riguarda, per l’appunto, il risarcimento nei confronti di soggetti danneggiati in maniera irreversibile da vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di sangue.
Dopo sette anni il 66enne si era sentito rispondere che la domanda inoltrata non poteva essere considerata valida perchè tardiva e, a quel punto, aveva deciso di rivolgersi all’avvocato Renato Mattarelli che da anni sostiene e assiste le cause di centinaia di pazienti danneggiati proprio dalle trasfusioni.
Una battaglia legale che è durata fino a ieri quando il Tribunale ha condannato il ministero della Salute a indennizzare l’uomo con un corrispettivo di 90mila euro più un assegno mensile di 600 euro.
E nel frattempo, l’avvocato Mattarelli, preannuncia un’altra causa contro lo Stato perchè il suo assistito «chiederà – fa sapere il legale- l’integrale ristoro dei danni patrimoniali e non patrimoniali che sulla base della documentazione medico legale dovrebbe aggirarsi attorno ai 300 mila euro».
Latina Oggi