La sentenza del giudice per una trasfusione al Goretti.
Una causa persa recuperata in extremis grazie ad un ricorso straordinario per revocazione del precedente giudizio che è servito a ribaltare il precedente pronunciamento e a far riconoscere ad un uomo vittima di una trasfusione con sangue infetto l’indennizzo cui aveva diritto. Oltre ad una indennità mensile vita natural durante.
La sentenza in questione è arrivata pochi giorni fa ed ha accolto in pieno le richieste di un uomo di 45 anni che attraverso l’avvocato Renato Mattarelli aveva ripreso la sua battaglia giudiziaria per vedersi riconosciuto quanto dovuto dal Ministero della salute e dalla Regione Lazio. M.F nel 1973 era stato ricoverato al Santa Maria Goretti di Latina in seguito ad un incidente stradale e nel corso di un intervento chirurgico gli era stata fatta una trasfusione di sangue, evento in seguito a quale aveva contratto l’epatite C.
Uno dei tanti casi di infezione da sacche di plasma infetto che però la prima sentenza non aveva ricondotto al ricovero presso il nosocomio pontino. Ma il legale dell’uomo ha chiesto la revoca del precedente giudizio acquisendo e presentando le cartelle cliniche della degenza dalle quali risulta, a di là di ogni dubbio, una serie di trasfusioni, prima e dopo l’intervento chirurgico, che hanno provocato l’insorgere del virus. Atti che secondo il giudice «se conosciuti prima avrebbero potuto modificare l’esito del precedente giudizio». Tanto da revocare la sentenza del 2004 e condannare il Ministero della Salute e a Regione al pagamento dell’indennizzo previsto dalla legge del 1992 (circa 120 mila euro) e ad una indennità mensile di circa 60 euro per tutta la vita.
La sentenza consente inoltre all’avvocato Mattarelli di far partire un’azione risarcitoria per un ammontare complessivo di circa 500 mila euro. Una vittoria sul filo di lana.
Elena Ganelli – Latina Oggi