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Secolo d’Italia: Trasfusioni di sangue infetto, emessa una storica sentenza sui risarcimenti

Latina, 24 ottobre 2017.

Una sentenza introduce novità sul calcolo degli interessi sui risarcimenti per trasfusioni infette. Circa 520mila euro fra capitale ed interessi, si legge sul Messaggero, sono stati liquidati dal tribunale di Roma in favore delle sorelle ed eredi di una donna deceduta nel 2014,   all’età di 59 anni, e alla quale quando era giovanissima, vennero trasfuse diverse sacche di sangue al “Santa Maria Goretti” di Latina. La sentenza è chiara: sono state le trasfusioni somministrate nell’ospedale pontino fra il 1979 e il 1981 ad infettare l’allora giovane donna del virus dell’epatite C.

Trasfusioni infette, la sentenza del tribunale di Roma

Quando aveva iniziato la terapia ematica, per un’insufficienza renale, la donna aveva solo 22 anni e quando l’ha terminata ne aveva 26, ma solo nel 2009  aveva scoperto di essere affetta da una grave forma di epatite C. Il virus, infatti, è considerato “silente” e può restare innocuo anche per trenta anni.  L’avvocato Renato Mattarelli, riporta ancora il Messaggero, che  ha assistito la donna  quando era in vita, aveva intrapreso una prima azione che aveva fatto ottenere   un assegno mensile di circa 800 euro. Poi nel 2013 il legale aveva intrapreso la causa terminata con il maxi risarcimento di cui però la donna morta nel 2014 non potrà godere

 

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