La singolare vicenda di un uomo di Maenza. La Corte d’Appello riconosce la mancata prescrizione. Gli eredi avranno tra 1,4 e 1,8 milioni.
Sarà risarcito dopo quasi trent’anni. Anzi, i soldi andranno agli eredi perchè lui è morto dopo le trasfusioni che hanno causato la cirrosi epatica. Sacche di sangue somministrate tra Roma e Latina negli anni dal 1979 al 1985. Il Tribunale quando i familiari hanno chiesto l’indennizzo ha dichiarato prescritta la loro causa. La Corte d’Appello, invece, ha riconosciuto che era nei termini – solo negli anni 2000 moglie e figli hanno appreso che era possibile avere un risarcimento – e ammesso una perizia che stabilisce il nesso fra le trasfusioni e la malattia. Il risarcimento sarà tra 1,4 e 1,8 milioni.
MAENZA – E’ arrivata a distanza di 28 anni la perizia che attesta che un uomo di Maenza morto nell’85 quando aveva 32 anni lasciando moglie e due figli piccoli, è deceduto a causa di trasfusioni infette somministrate fra il 1979 e il 1985 in diversi ospedali fra cui il Santa Maria Goretti di Latina. E’ solo l’ultima di una serie di casi che hanno avuto per protagonisti cittadini residenti in provincia di Latina, quando il plasma non era adeguatamente controllato.
La causa dunque non si è prescritta nonostante il lungo tempo trascorso dal momento della morte dell’uomo. Il Tribunale aveva dichiarato prescritta la domanda di risarcimento promossa nel 2008 dagli eredi E’ stata la la Corte di Appello di Roma che ha valutato come non prescritta l’azione giudiziaria firmata dall’avvocato Renato Mattarelli ad ammettere successivamente la consulenza medica che riconosce il nesso di causalità tra trasfusioni, malattia e morte prematura. Secondo il medico-legale, la Prof.ssa Rosanna Cecchi dell’Università La Sapienza di Roma “”¦esiste nesso di causalità tra le emotrasfusioni cui venne sottoposto nei diversi nosocomi il Signor G.S. fin dal 1979, il contagio e il decesso avvenuto all’età di 32 anni in data “¦. 1985 per “epatopatia cronica evolutiva, coma epatico e insufficienza cardiaca acuta”.
“Ciò significa ““ dice il legale ““ dopo quasi 30 anni dalla morte di G.S., gli eredi potranno essere risarciti con una somma ricompresa tra 1milione e 400mila e 1milione e 800mila euro.
Il Messaggero