Lecce, 6 dicembre 2019
In un primo momento, nonostante la richiesta, l’indennizzo fu negato alla ragazza.
Trova giustizia dopo 24 anni: con una sentenza del Tribunale di Lecce, una studentessa ha ottenuto un risarcimento di 50mila euro e un assegno vitalizio di 800 euro mensili. La ragazza, infatti, due giorni dopo la nascita fu sottoposta a una trasfusione di sangue per “malattia emolitica neonatale da incompatibilità materno-fetale” che ha causato un’infezione di epatite B.
Già negli anni ’90 i genitori della ragazza avevano richiesto un risarcimento, ma all’epoca fu loro negato. Ma proprio negli scorsi giorni il Tribunale di Lecce ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Renato Mattarelli, specializzato in questo ambito: “I test sull’epatite B c’erano già nel ’78 e quella trasfusione è risultata infetta. Dal ’90, per legge, andavano fatti controlli su tutte le donazioni ed era già entrato in vigore il piano sangue – ha dichiarato Mattarelli – lascio solo immaginare in quali condizioni viva una ragazza con una patologia del genere e a quale stress sia sottoposta solo per i continui controlli, oltre i rischi legati alla malattia”.