Lascia un residuo di fresa chirurgica nell’alveolo dopo l’estrazione di un dente e la paziente chiede il risarcimento – La Provincia
Voleva risolvere una volta per tutte i suoi problemi dentali ma si è vista costretta a fare causa al presunto dentista che invece di curarla le ha lasciato un pezzo di trapano per odontoiatria nell’alveo del dente.
La vicenda di una donna di 54 anni che oggi vive a Priverno comincia nell’ottobre del 2000 quando, per l’estrazione di tre ottavi, si rivolge ad uno studio odontoiatrico di Cisterna all’epoca molto ben avviato. Il titolare dello studio P.T. di 55 anni, effettua l’estrazione apparentemente senza alcun problema. Anzi: la signora accetta un piano di cure per la sostituzione delle otturazioni consigliato dallo stesso presunto odontoiatra. Presunto perchè lo stesso, originario della Sicilia ma residente a Piacenza, verrà denunciato qualche anno dopo dai Nas per esercizio abusivo della professione.
Nell’autunno del 2001 un collega di P.T. effettua la sostituzione delle sei otturazioni ma da quel giorno la signora, nonostante i nuovi intarsi in ceramica e oro, accusa dolore e ipersensibilità sui denti trattati. Nel 2009 la donna si rivolge ad un altro studio dentistico per altri interventi e scopre l’approssimazione con la quale i precedenti lavori, pagati tre milioni e mezzo di lire nel 2001, erano stati effettuati.
A quel punto, con l’assistenza legale dell’avvocato Renato mattarelli, decide di chiedere un risarcimento per i danni riportati.
Il processo inizia davanti al giudice del Tribunale civile di Latina che nel luglio dello scorso anno commissiona una perizia ad un consulente medico-legale. La perizia, depositata lo scorso dicembre, parla chiaro: entrambi gli interventi effettuati dai sanitari dello studio di Cisterna presentano gli estremi di colpa professionale dovuta a negligenza.
Il lavoro peggiore, come è facile immaginare, è quello eseguito dal falso dentista che oltre a lasciare un residuo di fresa chirurgica nell’alveolo del dente estratto dimentica anche un pezzo di radice. Residui che solo casualmente non hanno dato luogo a processi infettivi ma che lo stesso consulente invita a rimuovere al più presto. Il consulente tecnico quantifica il risarcimento a favore della donna in poco meno di cinquemila euro ma la difesa ha già presentato una richiesta, accettata dal giudice, per l’integrazione della prima perizia con l’obiettivo di incrementare il risarcimento. Infatti anche il lavoro eseguito dal dentista vero, secondo il consulente del tribunale, è viziato da una inappropriata tecnica di preparazione e cementazione degli intarsi e dalla mancanza di un sottofondo per la protezione della polpa.
Nel frattempo, come era facilmente immaginabile, il falso dentista che vantava una laurea conseguita in Ungheria e in via di riconoscimento in Italia (la cui esistenza non è stata mai accertata) è sparito da Cisterna.
Pezzo di trapano dimenticato in bocca, denunciato falso dentista. – Roma Oggi Notizie
Voleva risolvere una volta per tutte il suo mal di denti e invece si è ritrovata un pezzo di trapano nell’alveolo e residui di radice non estratti. Una donna che oggi vive a Priverno è intenzionata a chiedere un congruo risarcimento all’ex titolare di uno studio dentistico di Cisterna che si spacciava per odontoiatra. L’uomo, un cinquantottenne di origini siciliane residente a Piacenza, ha fatto perdere le proprie tracce dopo essere stato denunciato dai carabinieri del Nas di Latina nel 2008 per esercizio abusivo della professione.
La cinquantacinquenne di Priverno, assistita dall’avvocato Renato Mattarelli, si era rivolta allo studio dentistico nell’ottobre dle 2000 per l’estrazione di tre denti. Un lavoro eseguito dal finto dentista, P.T. le sue iniziali, che successivamente aveva consigliato un piano di cure per la sostituzione di alcune otturazioni accettato dalla signora. Da quel momento cominciano i problemi per la paziente che soffre di dolori continui e ipersensibilità .
La negligenza nei lavori eseguiti presso lo studio medico di Cisterna emerge chiaramente dalla relazione del consulente medico nominato dal Tribunale di Latina, dove la donna ha chiesto un risarcimento per il danno subito. Il finto dentista aveva’dimenticato’ un pezzo di fresa chirurgica nell’alveolo del dente appena estratto oltre a un paio di radici che, come affermato dallo stesso consulente, solo per caso non hanno dato origine a infezioni. Inoltre un collega dello stesso studio, questa volta un dentista vero, aveva dimenticato di realizzare un adeguato sottofondo per la protezione della polpa.
Oggi il finto dentista, che vantava una fantomatica laurea conseguita in Ungheria in via di riconoscimento in Italia, è sparito ma le sue vittime in provincia di Latina potrebbero essere molte altre. Il giudice del Tribunale civile di Latina ha aggiornato il processo al prossimo ottobre per acquisire un’integrazione della consulenta tecnica.