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Trasfusioni letali, le cause durano anni e i malati muoiono prima di avere giustizia.

Il caso di un 74enne deceduto e che accomuna centinaia di altri ricorrenti contro il ministero della salute. Trasfusioni letali, le cause durano anni e i malati muoiono prima di avere giustizia. L’uomo aveva contratto l’epatite «C» dopo un intervento nel 1985 presso l’ospedale «Goretti».

E’ morto dopo aver combattuto l’epatite per quattro anni, prima di avere giustizia e di conoscere il verdetto della sentenza nella causa contro il ministero della Salute. Alla fine dell’anno saranno i familiari di F.G., 74enne di Doganella di Ninfa, che vedranno riconoscersi o meno il risarcimento per quella trasfusione di sangue infetto alla quale l’uomo era stato sottoposto nel 1985 presso l’ospedale Santa Maria Goretti dove era stato ricoverato a seguito di una grave ustione. Una trasfusione letale che gli aveva provocato una cirrosi epatica conseguente ad un’infezione indotta da epatite C.

La scoperta della sua condizione di salute risale al 2008 contestualmente al controllo di una patologia parallela, il diabete. E’così che il 74enne, deceduto l’8 agosto scorso nella sua abitazione, si era reso conto, attraverso i referti medici, di aver contratto anche la malattia epatica di tipo C, una patologia che può restare in stato di latenza per anni e che, se non curata in maniera tempestiva, causa delle conseguenze gravi e irreversibili che portano il paziente al decesso. Proprio come nel caso di F.G. che aveva iniziato i cicli di terapia. Ma la malattia, oramai, era ad uno stadio avanzato. A 70 anni aveva cominciato la sua battaglia contro il ministero della Salute affidandosi all’avvocato Renato Mattarelli che assiste centinaia di malati affetti da varie patologie post-trasfusionali. Solo di recente l’uomo aveva ottenuto, tramite lo studio legale, l’indennizzo per i soggetti infettati da trasfusioni: 730 euro al mese. Il Ctu medico legale aveva infatti accertato la responsabilità dell’operazione portata a termine nella struttura ospedaliera del capoluogo proprio per il mancato controllo della qualità del sangue con un’invalidità permanente al 60% che equivale a 600 mila euro compresi i danni non patrimoniali. Ma per la sentenza nella causa contro il ministero della Salute ci vorrà la fine dell’anno.

E adesso saranno gli eredi che potranno decidere se proseguire una causa già  avviata, essendo subentrati gli estremi per i danni da omicidio colposo, op-pure intraprendere un nuovo giudizio. Una storia di lungaggini burocrati che, difficili riscontri e una giustizia ritardata che accomuna migliaia di pazienti pontini. Un esercito, la maggior parte dei quali teme proprio di non veder arrivare quei risarcimenti che spettano loro di diritto perchè già  riconosciuti nell’ambito di transazioni scelte come vie alternative alle aule di Tribunale e che, inizialmente, potevano essere apparse come strade meno tortuose da intraprendere. Più di 4 i milioni di euro che sono stati già  assegnati a titolo di indennizzo, almeno 200 le cause ancora in piedi che riguardano la provincia. Solo di recente, a cinque anni di distanza, qualcosa si è mosso con il decreto dei moduli transattivi pubblicato il 13 luglio scorso sulla Gazzetta ufficiale. Solo un piccolo spiraglio.

 

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