Epatite C da trasfusioni di sangue: è quanto ha stabilito oggi una sentenza della Corte di Appello di Roma, la numero 6274, accogliendo la difesa dell’avvocato Renato Mattarelli che ha assistito una donna di Latina, deceduta a 69 anni per cancro e metastasi al fegato. Alla donna furono somministrate nel biennio 1974-1975, fra l’ospedale di Velletri e il Policlinico Umberto I di Roma, diverse trasfusioni di sangue che le salvarono la vita da una leucemia. Poi nel 2008 la scoperta del contagio da epatite C per cui la donna chiese ed ottenne, attraverso l’avvocato Mattarelli un primo indennizzo mensile di circa 710 euro (previsto dalla legge n. 210/1992 a tutela dei danneggiati da emotrasfusioni), a cui è poi seguita l’ulteriore causa di risarcimento dei danni del primo e del secondo grado terminato oggi con la sentenza.
A lei un indennizzo di circa 130mila euro che il tribunale di Roma le aveva già riconosciuto ““ con una sentenza del 2012 che il Ministero aveva appellato ““ poiché nel frattempo è morta nel 2013 per metastasi al fegato “probabilmente conseguenza di una aggravamento dell’epatite C post-trasfusionale” secondo la difesa della donna.