Latina, 21 novembre 2020
Sono in arrivo 2 milioni e 700mila euro di risarcimenti per sangue infetto per sei cittadini pontini di Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia. Si tratta di una donna, quattro uomini e degli eredi di un paziente già deceduto: saranno tutti pagati dallo Stato, condannato dal tribunale e dalla Corte d’Appello di Roma. In dieci anni sei cittadini, tra il 1972 e il 1982, sono stati infettati da emotrasfusioni contaminate dal virus dell’epatite B e C durante i ricoveri presso gli ospedali di Cori, Latina, Formia e presso un ospedale del Nord Italia. L’avvocato Renato Mattarelli che lli ha assistiti ha concluso con il Ministero della Salute, condannato a risarcimenti per circa 3milioni, accordi transattivi con una riduzione parziale del credito per complessivi 2milioni e 700mila, di cui 800mila pagati nella prima settimana di novembre. Ha commentato il legale: “E’ stata una scelta difficile quella di consigliare ai propri assistiti di accettare un pagamento ridotto del 5-8 % ma anche l’unica strada praticabile considerando i tempi biblici con cui lo Stato provvede spontaneamente al pagamento delle sentenze di condanna del Ministero della Salute per danni da trasfusioni di sangue infetto”.Il risarcimento a distanza di quarant’anni dall’infezione, avvenuta tra l’altro in ospedali ormai dismessi come quelli di Cori e Sezze: “Questo ha creato notevoli difficoltà nella ricerca processuale delle schede trasfusionali e delle stesse cartelle cliniche necessarie per la verifica della genuinità o meno del sangue trasfuso. Purtroppo quella dei 6 pontini è solo una piccola parte delle decine di migliaia di danneggiati in Italia da trasfusioni di sangue infetto nel periodo ricompreso fra metà degli anni “˜60-“˜90. Sono infatti centinaia le cause di risarcimento promosse dall’avvocato Mattarelli attualmente in corso in Italia o concluse con una sentenza di condanna dello Stato a risarcimenti per contagi e decessi post-trasfusionali. Molte di queste risguardano la responsabilità del Ministero della Salute per non aver vigilato nelle fasi della raccolta, conservazione e somministrazione di sangue per uso terapeutico degli ospedali di Latina e provincia”.