LATINA: QUASI 2 MILIONI ALLA FAMIGLIA
Morto 33 anni fa dopo una trasfusione di sangue infetto, ora il risarcimento
33 anni fa, nel 1985, un cittadino di 32 anni è morto di cirrosi epatica conseguente ad un’epatite C da trasfusioni di sangue infetto somministrate tra il 1979 e il 1985 all’ospedale Goretti di Latina ed altri ospedali romani, come confermato in seguito dalla Corte d’Appello di Roma. Solo ora arriva per la famiglia il risarcimento di quasi 2 milioni di euro. A pagare è stato il Ministero della Salute che ha dovuto rispondere dei mancati controlli su alcune trasfusioni. Poco meno di 1milione e 800mila sono stati pagati infatti ad una famiglia di un paese dei monti Lepini a cui a metà degli anni ’80 venne a mancare un proprio parente.
Il risarcimento milionario è però arrivato dopo anni di dure battaglie legali che l’avvocato Renato Mattarelli che ha seguito il caso ha dovuto dovuto affrontare, prima, non convincendo il tribunale di Roma e, poi, facendo breccia sui giudici della Corte di Appello di Roma sul fatto che nonostante fossero passati decenni dalla morte del giovane, il diritto al risarcimento non si era prescritto poiché solo negli anni ’90 si iniziò a parlare diffusamente dello “Scandalo del sangue infetto” e della mancanza di controlli dal parte del Ministero della Sanità sulle donazioni che all’epoca potevano essere fatte anche dietro pagamento. Conseguentemente gli eredi del deceduto aveva potuto prendere cognizione della possibilità che il loro familiare poteva essere morto proprio a causa di quel sangue infetto che invece avrebbe dovuto salvargli la vita; al risarcimento liquidato in complessivi 850mila euro dovevano applicarsi gli interessi legali decorrenti ““ non dall’inizio della causa nel 2008 ““ ma dalla data delle trasfusioni (1979-1985) e della morte del giovane familiare (1985). La Corte di Appello, accogliendo la tesi dell’avvocato Mattarelli, ha permesso che la somma liquidata oggi raddoppiasse in poco meno di 1milione 800mila.