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Morta per infezione, risarcito il marito.

Un 80enne di Latina ha ottenuto un indennizzo di 77000 euro per il decesso della moglie avvenuto in una clinica del casertano.

Accertato il nesso fra le trasfusioni di sangue e l’epatite C contratta dalla donna.

Dopo quasi dieci anni di calvario giudiziario, un uomo di 80 anni di Latina ha ottenuto finalmente giustizia per la morte della moglie Antonia, avvenuta nell’agosto del 2001 a seguito di una cirrosi epatica causata da alcune trasfusioni di sangue infetto.

I fatti sarebbero accaduti in una clinica privata del casertano. Della vicenda si fa portavoce l’avvocato Renato Mattarelli, che da tempo si occupa degli aspetti medico-legali legati alle trasfusioni di sangue infetto e che ha tutelato in giudizio il marito della donna. Il nesso causale – ha spiegato l’avvocato pontino – fra le trasfusioni di sangue (circa una decina), l’infezione da epatite C”“cirrosi epatica e il decesso venne parzialmente accertato dalla commissione medico-legale del ministero della salute, incaricata di esprimere un parere legale sulla domanda di indennizzo di cui alla legge n. 210/1992 che prevede, appunto, un indennizzo in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto. Indennizzo che deve essere erogato dall’Azienda sanitaria locale in cui risiede la persona danneggiata quindi, nel caso della signora Antonia, dalla Asl di Latina.

Al tempo della domanda di indennizzo del 2002, il signor Raffaele, marito di Antonia, che al momento del decesso aveva 74 anni, aveva cercato invano di ottenere le cartelle cliniche (con l’indicazione delle circa dieci trasfusioni di sangue) in quanto smarrite dall’ospedale e pertanto, il giudizio di accoglimento della domanda doveva passare attraverso la tortuosa ricostruzione giudiziaria dei testimoni che hanno ricordato che nel 1968 la paziente (poi deceduta) era stata sottoposta a decine di trasfusioni di sangue.

Una lunga trafila giudiziaria che ha visto prima la domanda di indennizzo, poi il ricorso amministrativo, due ricorsi giudiziari davanti al Tribunale di Latina ed ancora l’impugnazione in Corte di Appello di Roma. Infine un nuovo ricorso amministrativo. Ieri, infine, ha commentato con soddisfazione l’avvocato Mattarelli, è arrivata la notifica dell’accoglimento della richiesta di un primo assegno risarcitorio di 77.500 euro. A questo dovrebbe seguire, a breve, la causa di risarcimento per l’integrale ristoro dei danni da morte e di quelli degli eredi.

 

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